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TARAS BUL'BA

sentire, interrompeva il discorso, spesso sputava voltandosi di fianco, e, sollevando le pieghe del mezzo-caffettano, affondava una mano in una tasca e ne cavava fuori non so che ciondoli e in tal modo faceva vedere i suoi sconci pantaloni. Da ultimo i Giudei sollevarono un tale schiamazzo, che l’ebreo piantato di sentinella dovette fare segno di tacere, e Taras cominciava già a temere della sua sicurezza; ma poi, ripensando che i Giudei non possono deliberare altrimenti che sulla strada, e che la loro lingua non l’intende neppure il diavolo, rimase tranquillo.

Due minuti dopo i Giudei entrarono tutti insieme nella sua stanza. Mardochaj si accostò a Taras, gli batté un colpetto su una spalla e disse: — Quando noi con l’aiuto di Dio avremo voglia di agire, siate certo che le cose andranno come si deve.

Taras diede un’occhiata al nuovo Salomone, quale non era mai stato al mondo, e concepí una certa speranza. Realmente il suo aspetto poteva ispirare una certa fiducia; il suo labbro superiore era addirittura uno spauracchio; la grossezza di esso era senza dubbio accresciuta da particolari circostanze. La barba di codesto Salomone contava soltanto quindici peluzzi, e quelli erano solo nella gota sinistra. Sulla faccia


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