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GOGOL


Sentite, signoria! — disse Jankelj — occorre consigliarsi con un uomo di tal fatta, che non c’è mai stato l’eguale al mondo. Uh, uh! egli è un sapiente come Salomone, e quando lui in una cosa non riesce, vuol dire che nessuno al mondo ci riesce. State qui a sedere; ecco la chiave e non lasciate entrare nessuno!

I Giudei uscirono sulla strada.

Taras chiuse la porta, e da un piccolo finestrino guardava su quella lurida strada giudaica. I tre Giudei si fermarono nel mezzo della strada e si misero a parlare con molto calore; a loro si uní presto un quarto, e in fine un quinto. Egli udí daccapo ripetere «Mardochaj, Mardochaj». I Giudei guardavano con insistenza verso un lato della strada: finalmente all’estremità di essa apparve di dietro a una casupola un piede con calzare ebraico, e cominciarono a guizzare le pieghe d’un mezzo-caffettano. «Ah, Mardochaj! Mardochaj!» presero a gridare i Giudei a una voce. Un ebreo allampanato, un po’ piú basso di Jankelj, ma molto piú coperto di rughe, con uno spropositato labbro superiore, si accostò al gruppo impaziente, e i Giudei si affrettarono a gara a informarlo, intanto che Mardochaj ripetutamente gettava un’occhiata alla piccola finestrella, e Taras indovinò che parlavano di lui. Mardochaj gesticolava, stava a


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