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TARAS BUL'BA

sua borsa di cuoio duemila ducati — e il resto al mio ritorno.

Il giudeo prese subito un asciugamano e con esso coprí i ducati.

— Ah, che magnifica moneta! Che buona moneta! — diceva facendosi rigirare tra le mani uno zecchino e provandolo ai denti. — Io penso che quell’uomo a cui vossignoria prese siffatti bei ducati, non poté sopravvivere un’ora: andò immediatamente al fiume e s’annegò dopo aver perso cosí magnifici ducati.

— Avrei fatto a meno di rivolgermi a te. Da me solo forse avrei trovato la via di Varsavia; ma io posso essere riconosciuto in un modo o nell’altro, e catturato dai maledetti Ljachi, perché le astuzie non sono il mio forte. Ma voialtri giudei siete stati creati per questo. Voi siete capaci di farla anche al diavolo; voi conosceti tutti i ripieghi: ecco perché sono venuto da te. E poi, a Varsavia da me solo non avrei ottenuto niente. All’istante, metti in ordine il tuo carro e conducimi!

— Ma vossignoria pensa che cosí, detto e fatto, io prendo la cavalla, allestisco il carro, e: «Su, via, andiamo, cavalla grigia!». Pensa vossignoria che cosí come si trova, senza nascondersi, io possa condurre vossignoria?

— Ebbene, sí, nascondimi, nascondimi come


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