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GOGOL

rarmelo nel bosco; basta che lo attiriate a me! — gridò Taras.

E subito si staccarono trenta dei piú svelti cosacchi per attirarlo. Si raddrizzarono in testa gli alti berretti, e subito si lanciarono a cavallo per attraversare la via agli usseri. Urtarono di fianco i primi e li sgominarono, li staccarono dal seguito, regalarono colpi a questo e a quello, e Golokopytjenko diede ad Andrea un colpo di piatto nella schiena, e immediatamente tutti insieme si diedero alla fuga, correndo con tutta la forza cosacca. Oh, come si precipitò allora Andrea! Come gli ribollí in tutte le vene il sangue giovanile! Diede con gli acuti, sproni nei fianchi al cavallo, e volò di tutta lena dietro ai cosacchi, senza guardarsi addietro, senza vedere che dietro a lui una dozzina di uomini, appena, aveva fatto in tempo a seguirlo; ma i cosacchi volavano a tutto galoppo sui loro cavalli, e difilati voltarono entrando nel bosco. Andrea continuò ad inseguirli, e per poco non raggiunse Golokopytjenko, quando all’improvviso la mano poderosa di qualcuno afferrò per la briglia il suo cavallo. Si volse Andrea a guardare: davanti a lui era Taras! Un tremito lo prese in tutto il corpo e il volto gli si fece pallido: come uno scolaretto che he ha graffiato sbadatamente un compagno e ha ricevuto da lui un colpo di riga


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