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TARAS BUL'BA

modo da stordirlo. Volò via l’elmo di rame, vacillò risonando nell’armatura, il polacco; e Scilo si lanciò a dare il colpo di grazia a quell’uomo. privo di sensi.

Non accoppare il nemico, o cosacco, ma piuttosto voltati indietro!

Non si voltò indietro Scilo, e in quell’istante lo colpí al collo con un pugnale uno dei servi dell’ucciso. Si voltò Scilo, e avrebbe già raggiunto il temerario: ma questi sparí nel fumo della polvere. Da tutte le parti sorse uno schioppettío di armi da fuoco.

Scilo barcollò e sentí che la sua ferita era mortale. Cadde giú tenendo una mano sulla ferita, e disse rivolto ai compagni:

— Addio, egregi signori, miei camerati! Che rimanga in eterno la terra russa ortodossa, e sia onorata in eterno!

E socchiuse gli occhi illanguiditi, e l’anima cosacca si partí dalle rozze membra. Proprio in quel momento veniva già avanti Zadorognij coi suoi, rompeva le file il capo-kurjenja Vertychvistj, e s’appressava Balaban.

— Ebbene, signori — disse Taras parlando ad alta voce coi capi-kurjenje — c’è ancora polvere nelle taschette? non s’è affievolita la forza cosacca? ancora non piegano i cosacchi?

— C’è ancora polvere, o babbo, nelle ta-


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