Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/197


TARAS BUL'BA

tante acqua di mare. Tutto sostennero e tollerarono i miseri prigionieri, pur di non tradire la loro fede ortodossa. Non resistette l’atamano Mosij Scilo, calpestò coi suoi piedi la Santa Legge, con un impuro turbante si avvolse la testa peccaminosa, si acquistò la fiducia del pascià, e divenne guardarobiere sulla caravella turca e sorvegliante di tutti i prigionieri. Ne ebbero grande dolore i miseri prigionieri, perché sapevano che, se uno dei loro tradisce la fede e si unisce ai persecutori, allora è piú gravoso e amaro essere sotto le sue mani, che sotto qualsivoglia nemico dei cristiani. E cosí avvenne. Scilo li piantò tutti in nuove catene a tre a tre in fila; attorse loro intorno le corde spietate fino al bianco dell’ossa; li martoriò tutti nel collo, regalandoli di colpi sulla nuca. Quando poi i Turchi, soddisfatti d’aver trovato un servo cosí fedele, fecero un banchetto e, dimenticando la loro legge, si ubbriacarono tutti, egli portò tutte le sessantaquattro chiavi e le distribuí ai prigionieri perché si mettessero in libertà, gettassero a mare le catene e i ceppi e prendessero in cambio le sciabole e ammazzassero i Turchi. Un grande bottino fecero allora i cosacchi e pieni di gloria tornarono in patria; e per molto tempo i banduristi celebrarono Mosij Scilo. Se lo avessero eletto Koscevoj, sa-


195