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TARAS BUL'BA

no, avendo, lungo il suo cammino, appurato che i suoi compagni si trovavano sotto Dubno. Non gli riuscí di dire altro se non che era successa quella disgrazia; ma perché era successa, se i Saporogini rimasti s’erano dati a far baldoria all’usanza cosacca, se s’erano fatti sorprendere nell’ubbriachezza, e come avessero saputo i Tartari il posto in cui era sotterrato il tesoro dell’esercito, di tutto ciò egli non disse nulla. Il cosacco s’era stancato orrendamente; era tutto gonfio e aveva il viso acceso e riarso dal vento; cadde giú a un tratto e s’addormentò di un sonno profondo.

In simili casi i Saporogini solevano lanciarsi immediatamente a inseguire i predoni, cercando di raggiungerli nella loro marcia, perché altrimenti i prigionieri potevano trovarsi da un momento all’altro nei bazar dell’Asia Minore, o nell’isola di Candia, e Dio sa in quali luoghi non sarebbero state messe in mostra delle teste di cosacchi coi loro ciuffi. Ecco perché si adunavano i Saporogini. Tutti dal primo all’ultimo stavano col berretto in testa, perché non erano venuti per ricevere ufficialmente un ordine del capo, ma per consigliarsi come eguali tra loro. — Diano consiglio per prima i piú vecchi! — gridarono alcuni nella folla. — Dia consiglio il Koscevoj! — dissero altri.


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