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GOGOL

la volò indarno nel campo. Ostap immediatamente dalla sella di lui staccò una corda di seta, che l’alfiere portava con sé per legare i prigionieri, e con quella sua stessa corda gli legò le mani e i piedi, poi fermò un capo della corda alla sua sella e se lo trascinò dietro per il campo, gridando forte a tutti i cosacchi della kurjenja di Uman, che venissero a rendere gli ultimi onori all’atamano.

Come udirono gli Umani che il loro capo-kurjenja Borodatyj non era piú tra i vivi, lasciarono il campo del combattimento e corsero a mettere in salvo il suo cadavere, e in quell’istante cominciarono a consultarsi chi scegliere al comando della kurjenja. Da ultimo dissero:

— To’! che perdere tempo a consultarsi? Non si può scegliere a capo uno meglio di Ostap, il figlio di Bul’ba: è il piú giovane tra noi tutti, è vero, ma ha tanto senno quanto un vecchio.

Ostap, cavatosi il berretto, ringraziò tutti i camerati cosacchi per l’onore fattogli, non istette a scusarsi né con l’età giovanile né con la poca maturità della sua mente, ben sapendo che era tempo di battersi e non era il momento di fare discorsi; ma senz’altro li guidò diritto contro uno stuolo di nemici, e diede subito a tutti loro la prova che non indarno l’avevano scelto


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