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GOGOL

perle, perché nella città ci sono delle belle donne e delle grandi dame; e basta che ci siano belle ragazze e grandi dame, dicevo tra me, magari non avranno da mangiare, ma le perle, le comprano egualmente. E appena mi lasciarono libero i servi del signor alfiere, io corsi al palazzo del Vojevoda per vendere le perle. M’informai di tutto da una schiava tartara: «Si faranno le nozze appena che avranno cacciato via i Saporogini. Il signor Andrea ha promesso di cacciar via i Saporogini».

— E tu non lo uccidesti sul posto quel figlio del diavolo? — gridò Bul’ba.

— Perché ucciderlo? Egli passò con buona intenzione. Che colpa ha un uomo? Lí si trova meglio, e lí se ne andò.

— Ma tu l’hai veduto proprio faccia a faccia?

— In fe’ di Dio, proprio faccia a faccia! Che magnifico guerriero! È il piú ben fatto fra tutti! Dio gli dia salute! Mi riconobbe subito; e quando mi accostai a lui, senz’altro mi disse...

— Che ti disse?

— Disse... Prima mi fece segno col dito e dopo disse: «Jankelj!». Ed io: «Signor Andrea!» dico. «Jankelj, di’ a mio padre, di’ a mio fratello, di’ ai cosacchi, di’ ai Saporogini, di’ a tutti, che adesso il padre non mi è piú


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