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TARAS BUL'BA |
non riusciva a immaginare dove si fosse cacciato Andrea: «Che l’abbiano preso insieme con gli altri è legato mentre dormiva? Ma no; Andrea non è uomo da lasciarsi prendere vivo».
Tra i cosacchi uccisi, non fu trovato egualmente. Tutto immerso in questi pensieri, Taras arrivò al reggimento senza sentire che da un pezzo qualcuno lo chiamava per nome.
— Chi mi vuole? — disse alla fine riscuotendosi. E si trovò davanti l’ebreo Jankelj.
— Signor colonnello! signor colonnello! — diceva il giudeo con voce frettolosa e interrotta, come volendo rivelare qualche affare tutt’altro che di poco conto. — Sono stato nella città, signor colonnello!
Taras guardò l’ebreo; e si meravigliò che costui fosse già riuscito a cacciarsi anche dentro la città:
— Chi dei nemici ti condusse lí?
— Spiegherò immediatamente — disse Jankelj. — Appena sull’alba sentii il frastuono, e i cosacchi cominciarono a sparare, io afferrai il mio caffettano, e senza neppure indossarlo, andai là di corsa! per via poi infilai le maniche, perché volevo sapete al piú presto da che provenisse il frastuono, perché i cosacchi sull’alba si fossero messi a sparare, Presi su e arrivai correndo
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