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GOGOL

probabilmente dico sciocchezze, ed è fuor di luogo e sconveniente tutto questo, e che non è da me, vissuto in collegio e a Saporog, il parlare cosí come di solito si parla dove sono i re, i principi e tutti i dignitari della nobiltà cavalleresca. Vedo che tu sei una creatura di Dio, diversa da tutti noi, e che sono a grande distanza da te tutte le altre dame e donzelle delle nobili famiglie. Noi non siamo adatti ad essere tuoi schiavi; soltanto gli angeli del cielo possono servirti.

Con crescente stupore, tutta concentrata nell’udito, senza perdere neppure una parola, la fanciulla ascoltava quel discorso sincero ed aperto, in cui, come in uno specchio si rifletteva una forza d’animo giovine e piena. E ogni semplice parola di quel discorso, pronunziata con una voce che si levava a volo dal fondo del cuore direttamente, era rivestita di forza. Sporgeva in avanti il suo bellissimo volto, ed ella aveva gettato addietro lontano i fastidiosi capelli, aveva dischiuso la bocca e contemplava a lungo con le labbra aperte. Poi voleva dire qualcosa e ad un tratto si arrestò, e ricordò che un destino diverso dal suo guidava quel giovine cavaliere, che il padre, il fratello e tutto il parentado erano dietro a lui come severi vendicatori, che tremendi erano i Saporogini asse-


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