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GOGOL

serví ad altro che a darle un forte dolore allo stomaco, non piú assuefatto al cibo; e spesso ella rimaneva immobile nello stesso punto per alcuni minuti. Finalmente apparve innanzi a loro una porticina di ferro.

— Oh! per grazia di Dio, siamo arrivati — disse con voce fioca la tartara, e alzò un braccio per bussare, ma non ne ebbe la forza. Invece di lei Andrea diede un forte colpo alla porta; si produsse un rombo, il quale era segno che dietro la porta c’era un grande spazio vuoto. Quel rombo si mutò in un rumore diverso, avendo incontrato, a quanto pareva, delle alte vôlte. Dopo un paio di minuti si sentí uno strepito di chiavi e i passi di qualcuno che pareva venisse giú per una scala. Finalmente la porta si aprí, e si fece loro incontro un monaco sopra una scala stretta, avendo in mano le chiavi e un lume acceso. Andrea senza volere indietreggiò alla vista di un monaco cattolico. Questi religiosi solevano suscitare odio e disprezzo nei cosacchi, che li trattavano anche piú spietatamente di quello che trattavano gli Ebrei. Il monaco pure fece qualche passo indietro, vedendo un cosacco saporogino; ma bastò a rassicurarlo una parola detta a mezza voce dalla tartara. Il monaco fece lume ai nuovi arrivati, chiuse la porta dietro ad essi e li guidò su per la sca-


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