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GOGOL

volto, che risaltava nei lineamenti affilati e taglienti, facevano piuttosto pensare che quello fosse uno spettro. Senza volere, il giovine si appigliò con la mano al moschetto, e proferí con voce quasi convulsa:

— Chi sei? Se sei uno spirito immondo, togliti dai miei occhi; se sei un uomo vivo, il tuo scherzo non viene in buon punto: ti ammazzo al primo colpo!

Per tutta risposta, l’apparizione mise un dito sulle labbra e lasciò intendere che lo pregava di tacere. Egli allentò il braccio e si mise a guardarla con maggiore attenzione. Ai lunghi capelli, al collo e al seno bruno, mezzo scoperto, riconobbe una donna. Ma non era un’indigena: tutto il suo volto, disfatto dai patimenti, era bruno; larghi zigomi sporgevano fortemente al di sopra delle guance cadenti; i piccoli occhi erano rivolti in su con un taglio arcuato. Piú la guardava, piú esaminava quei lineamenti, e piú vi trovava qualcosa che non gli era nuovo. Da ultimo, non poté piú resistere, e domandò:

— Dimmi, chi sei? mi sembra di conoscerti; ti ho veduta in qualche luogo?

— Due anni fa, a Kiev.

— Due anni fa, a Kiev — ripeté Andrea, mentre chiamava a raccolta tutto quello che


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