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VITA E OPERE DI NICOLA GOGOL 19

vato morto di fame, innanzi alla Santa Immagine, il 21 febbraio 1852, in Mosca.

A discolpa di Gogol, si può dire che egli fu una delle inevitabili vittime, che fanno le epoche di transizione, quando due avverse concezioni del mondo si combattono a vicenda.

Se Gogol, pel suo genio poetico, era giunto alla negazione del sistema di governo, e aveva dato al movimento progressista un potente impulso, vi erano altresì in Russia pensatori che arrivavano per altra via allo stesso ed anche a un più decisivo risultato. Nell’angusto cenacolo di giovani schellinghiani, ove nel 1830 stavano ancora latenti e mescolati gli elementi dell’occidentalismo e del panslavismo, e al quale appartenevano Venevitinov, il prof. Pavlov, il principe romantico un po’ nebuloso Odoevskij, Herzen, Nadezdin e Kireievskij, le idee di Schelling vennero applicate alla vita russa e rimaneggiate a seconda della vita stessa. Tutto lo sviluppo storico della Russia venne considerato dal punto di vista di quella concezione schellinghiana, sì che lo scopo della cultura e il proglema dell’avvenire del popolo russo, furon costrutti astrattamente su questi astratti fondamenti. Vi era già in embrione la teoria della decadenza della civiltà occidentale e della necessità di una corrente vitale; vi erano pure gli elementi per il posteriore panslavismo, come opposizione filosofica, infine vi si evolsero le tendenze mistico-cattoliche insieme con la brusca negazione di tutto il diritto della Russia del suo passato; il presente e l’avvenire giungevano e trovavano la loro espressione nella «lettera filosofica» di Caadaev.

È un caso notevole, che nello stesso anno del «Revisore» di Gogol, apparve nel «Telescopio» di Nadezdin una «lettera filosofica» che aveva per autore il colonnello Caadaev. Pietro Iakolevic Caadaev (1793-1855), in questa lettera, diretta a una signora, paragona l’andamento dell’evoluzione storica russa con quello dell’Europa occidentale, e viene quindi all’importanza del Cristianesimo nella vita occidentale e sul suo sviluppo; e conchiude con un cenno alla rigenerazione cui dovrebbe assoggettarsi la Russia nello spirito cristiano occidentale, specialmente cattolico.

Questa lettera fece molto rumore, costò all’autore prigionia ed esilio; ma ebbe influsso anche sul pensiero di Herzen e Belinskij, il primo e genialissimo critico russo.