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quel signore, com’ella affannavasi a credere.


30 maggio.

Quand’io ti diceva, nell’ultima lettera, della pittura, può applicarsi altresì alla poesia. Tutto sta a ravvisare ciò che v’ha di più squisito nell’intima natura delle cose: saperlo ravvisare e saperlo esprimere. Capisco che è dire assai più che non paia. — Sono stato spettatore, oggi, d’una scena, che s’io la trascrivessi tal quale, ne uscirebbe uno de’ più graziosi idilli del mondo. Ma perchè parlare di poesia, di scena, d’idillio? E s’avrà dunque sempre a mettere queste carte in tavola, quando si voglia discorrere di manifestazioni che la natura ti porge co’ suoi schietti modi?

Non t’aspettare già, da que-