Pagina:Goethe - Ricordi di viaggio in Italia nel 1786-87.djvu/251


— 237 —

e crederei potere dare nome piuttosto d’indecisione a quel suo difetto, che mi riprometterei quasi di correggere, se dovessimo stare un certo tempo assieme. Questa lusinga mi è confermata dalle nostre prime relazioni, e quando la cosa mi riesca, saremo per certo ottimi amici, per il tempo che dovremo stare assieme.


Napoli, il 19 marzo.

Basta avere occhi, e camminare per istrada, si vedono dovunque quadri curiosi.

Al molo, uno dei quartieri più chiassosi della città, vidi ieri un pulcinella sopra un palco, il quale si stava disputando con una piccola scimmia, mentre dall’alto di un balcone li stava guardando una bella giovane, la quale contemporaneamente stava attendendo, per poco prezzo, gli avventori. A poca distanza dal palco del pulcinella, perorava un ciarlatano, vantando i pregi del suo cerotto per tutti i mali, alla folla d’imbecilli che si pigiavano per ascoltarlo; Gerardo Dow avrebbe potuto ricavare da quella scena il soggetto di un quadro, atto a ricreare suoi contemporanei, ed i posteri.

Oggi poi ricorreva la festa di S. Giuseppe, patrono dei friggitori, o frittaroli che sia, intendendo la parola nel senso il più ampio; e siccome l’arte di questi richiede di continuo fuoco vivo, ed olio bollente, ogni tormento per mezzo del fuoco entra nella competenza del santo; epperciò, fin di ieri sera le case, le botteghe dei frittaroli, erano ornate di quadri, di pitture, le quali rappresentavano il purgatorio, il giudizio universale, colle anime sottoposte alla pena delle fiamme. Ampie padelle stavano davanti alle porte, sopra focolari leggieri e portatili; un giovane porgeva il piatto dove stava la farina, un altro formava le fritelle, e le gittava nella padella dove bolliva l’olio, ed ivi un terzo giovane, muoveva con un asta in ferro le fritelle, le traeva fuori quando erano cotte a do-