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Stessa data.

Io stò benissimo. Il tempo è come dicono i romani brutto; regna vento di mezzodì, scirocco, il quale reca ogni giorno pioggia più o meno, ma per conto mio non mi lagno di questo tempo abbastanza caldo, ad un dipresso quali sono da noi nella state, i giorni ne’ quali non piove.


Il 7 Novembre.

Apprendo ogni giorno più ad apprezzare il talento di Tischbein, non che i suoi principii, e le sue viste intorno all’arte. Egli mi ha fatto vedere i suoi disegni ed i suoi schizzi, i quali sono propriamente belli, e promettono molto. Il suo soggiorno presso Bodmer ha chiamata la sua attenzione sui primi tempi della stirpe umana, allorquando questa aveva preso possesso della terra, e doveva sciogliere il problema, di diventare padrona del mondo.

Quale introduzione al complesso del quadro di quell’epoca, egli si studiò di rappresentare in modo visibile l’epoca, la più remota del mondo, montagne rivestite di stupende foreste, gole profonde scavate da torrenti furiosi, volcani in ebullizione i quali cominciano appena a fumare, e sul davanti un tronco, rimasto in piedi, di un elce annoso, con un pastore il quale prova contro le radici a metà scoperte di quello, la forza di resistenza del suo bastone, il tutto felicemente ideato, e lodevolmente eseguito.

In un altro foglio stupendo, rappresentò l’uomo domatore del cavallo, e di tutti gli altri animali, come paririmenti vincitore dell’aria e delle acque, se non sempre colla forza, coll’artifizio. La composizione di quel disegno è stupenda, e ritengo, che dipinto ad olio produrebbe un grande effetto. Converrà pensare ad avere una copia di quel diseguo per Weimar. Ora egli sta pensando di fare una collezione d’uomini illustri dell’antichità, nella quale