Pagina:Goethe - Principii di filosofia zoologica e anatomia comparata.djvu/12

8 Biblioteca scientifica

Quel perpetuo conflitto che da tanto tempo divide il mondo dei dotti in due partiti, era per così dire latente fra i naturalisti francesi e li divideva senza che essi stessi lo sapessero; questa volta è scoppiato con una violenza singolare. Due uomini rimarchevoli, il segretario perpetuo dell’Accademia, Giorgio Cuvier, e uno dei suoi membri più segnalati, Stefano Geoffroy-Saint-Hilaire, sorgono l’uno contro l’altro; il primo, circondato dalla sua immensa fama; il secondo, forte della sua gloria scientifica. Entrambi professano da trent’anni la storia naturale al Jardin des plantes; operai in par modo laboriosi nel campo della scienza, hanno incominciato a lavorare insieme; ma poi, separati a poco a poco dalla differenza delle loro vedute, si sono avviati in due opposte strade. Cuvier non si stanca mai di distinguere, di descrivere esattamente ciò che ha sotto gli occhi, e di allargare per tal modo il suo impero sopra una superficie immensa; Geoffroy-Saint-Hilaire studia silenziosamente le analogie degli esseri e le loro misteriose affinità: il primo parte dalle esistenze isolate per arrivare a un complesso che presuppone, senza pensare di poterne mai avere l’intuizione; il secondo porta dentro di sè l’immagine di questo complesso e vive nella persuasione che se ne potranno a poco a poco dedurre gli esseri isolati. Cuvier accoglie con riconoscenza tutte le scoperte di Geoffroy nel campo della osservazione, e questi è lungi dal respingere le osservazioni isolate, ma decisive del suo avversario; non hanno nè l’uno nè l’altro la coscienza di questa scambievole azione. Cuvier il quale incessantemente separa e distingue, partendo sempre dalla osservazione, non crede alla possibilità di un presentimento, di una previsione della parte nel tutto. Pare a lui una esorbitante pretesa il voler conoscere e distinguere ciò che non si può nè vedere cogli