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576 gli sposi promessi

Aveva Donna Prassede il suo spillatico, pattuito nel contratto nuziale, e allo spirare d’ogni termine dopo un po' di guerra, un po’ di schiamazzo,1 molte minacce di svergognare il marito in faccia ai parenti, veniva essa a capo di riscuotere la somma, che le era dovuta. Ma fuor di questo, tutta l'eloquenza, tutta l’insistenza, tutte le arti di Da. Prassede non avrebbero potuto tirare un danaio dalla borsa di D. Ferrante. Le entrate, prima che si toccassero erano impegnate a pagar debiti urgenti, o destinate a soddisfare qualche genio fastoso di D. Ferrante.2 Non rimaneva dunque a Donna Prassede altro dominio che su la sua persona, sul modo d’impiegare il suo tempo,3 su le persone addette specialmente al suo servizio:4 cose tutte nelle quali D. Ferrante lasciava fare; poteva ella in somma dare tutti gli ordini l’esecuzione dei quali non portasse una spesa,5 o che

  1. quel
  2. Non rimaneva [dunque] quindi [ad] a Donna Prassede altro dominio che su la sua persona, sul modo d'impiegare il suo tempo [sull’uso delle cose che | sulla | e da] sulla condotta delle persone di servizio: cose tutte delle quali D. Ferrante non s'impacciava
  3. sulla condotta delle figliuole, sulla
  4. cose delle quali D. Ferrante non s’impacciava : cose nelle quali D. Ferrante lasciava fare assolutamente. Aveva poi un’ampia facoltà di dar pareri, e ammonizioni, e ne usava [come in tutto] come in tutt
  5. Aveva poi un’ampia facoltà di dar pareri. [Nel resto per supplire alla] Nel resto non potendo far camminare le cose come avrebbe voluto ingannava alla meglio [il su] il desiderio di comandare col dare [avvisi] pareri, ammonizioni a tutti quelli che volevano o dovevano sentirla parlare, e e col regolare la condotta delle (lacuna) Donna Prassede esercitava in questo (picciol] campo ristretto la sua gran voglia