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Seguon poscia, Nivòs, Pluviòs, Ventòs;
Nomi dei mesi del primier Caòs.
Prereál, Floreál, e Germinál;
Altri tre mozzi, e Gallizzati mal.
Termidòr, Fructidòr, e Messidòr;
Ricche voci, in cui tutto è l’ultim’òr,1
Che omai tra Galli resti;
Quel che più simboleggia il fier Ventòs,
Che gli altri undici ei sol spiegar diresti;
E Greca rima a lui si dee, Σκατός.2


EPIGRAMMA XXXI.

2 gennaio 1796.

Ben adoprar il tempo, ogni uom sa dirlo:
Lo adopra intanto il Gallo in ben partirlo.
Odi acume franzese;
Tre boccon pari, e ti han partito il Mese.
Primidì, quintidì, così contando,
Eccetera, per sino al Decadì.
Poi, due volte i bei nomi ripigliando,
Termina il mese nel Triacadì.
Poi quel rotto, che il sole aristocratico
Ci dà dei ribellanti cinque dì,
Un qualche lor Mosè di riti pratico
Sacri gli ha soli Mascalzonidì.3
Contro a ciò, come a torto manifesto,
Gridando all’uguaglianza, che sparì,
Gli altri trecensessanta fan protesto.



  1. Bada bene, lettore, e non iscambiare qui il senso di questo or così troncato, e messo per oro, ch’è il metallo il più indipendente di tutti, e il più svelto per isfuggire, e sottrarsi dall’istessa tirannide.
  2. Σκατός, che in italiano suona Scatós, e in latino s’interpreta Stercoris, e in italiano metaforicamente lo interpreteremo: Muschio di Provenza.
  3. Mascalzoni-dì; traduzione alla meglio della sublime parola Sansculotides, applicata dai Legislatori Francesi a questi cinque giorni scapoli, a cui la Decimo-manìa non concedeva d’entrare in alcuno dei dodici mesi. Ma l’intenzione dei denominatori essendo pure stata di conservare esclusivamente questi alla nuova Scalzo-latria, non è forse tradita del tutto la loro intenzione dall’umile traduttore, che ha supplito al Senza-calzone col Mascalzone.