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quella di perdere la toglie: con quella voce si accennano le cose per a tempo, con questa per sempre. Chiuderò con un bellissimo esempio del giusto impiego di queste due voci tratto dalle storie fiorentine di Benedetto Varchi. Al tempo dell’assedio di Firenze, e degli ultimi aneliti della libertà italiana, agitavano que’ cittadini raccolti in parlamento l’alta quistione del fare o non fare accordo col Papa loro nemico: diverse erano le sentenze, e fra que’ cittadini che pendevano pel sì v’ebbe pure Zanobi di Francesco Carnesecchi, leale e diritto mercatante non che pratico e prudente popolano, il quale dopo lunga e posata orazione conchiuse con queste parole: » Accordando sì smarrisce e non si perde la libertà; dove non accordando ed essendo vinti, non si smarrisce a tempo, ma si perde per sempre.»

Chi può dimenticare in queste proprietà del discorso il Segretario fiorentino? leggasi la famosa lettera ch’egli scrive a Francesco Vettori1, la quale incomincia: »...... Mi pareva aver perduta no, ma smarrita la grazia vostra.»


  1. Machiay. op. Firenze 1813 vol. 8 pag. 93.

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