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8 Firenze vecchia


stati rispettati i sudditi di S. A. R. ed i loro averi, c’era la canzonatura in forma di complimento, di dire cioè, che egli, Napoleone, era incaricato dal Governo francese, d’assicurare il Granduca dal desiderio «di veder continuare l’amicizia» che legava la Toscana a la Francia nella certezza che S. A. «avrebbe anche applaudito alla misura giusta, utile e necessaria» presa dal Direttorio. Il Fossombroni, ministro degli esteri rispose che la Toscana non aveva «nulla da rimproverarsi nella condotta leale sincera ed amichevole» tenuta con la repubblica francese; e che il principe non poteva veder senza sorpresa il partito ordinato dal Direttorio, protestando però che non si sarebbe opposto con la forza! Napoleone forse avrà riso: il fatto sta che il 27 giugno arrivò alla porta di Livorno. Gli inglesi furono a tempo a scappare, portando seco molti bastimenti carichi di mercanzie, dirigendosi in Corsica; e a Napoleone non dispiacque di occupar il 26 giugno 1796 la città senza sparare una fucilata, confiscando le sostanze napoletane, inglesi e russe. Intanto, giacchè era a Livorno, con la scusa di ossequiare il Granduca fece una corsa fino a Firenze, dove arrivò la sera del 30 giugno, scortato da un reggimento di dragoni.

Ferdinando lo accolse con tutti gli onori dovutigli; ma un po’ di tremarella l’aveva, poichè con uomini di quella fatta, non c’era da levarla mai pulita.

La lealtà, la correttezza del Granduca fecero ottima impressione sull’animo del guerriero côrso, che in breve lasciò Firenze, senza però che promettesse di levare i soldati francesi da Livorno, come avrebbe desiderato Ferdinando. Ma siccome poi gli inglesi abbandonarono l’Elba, allora anch’egli nell’aprile del 1797, consentì a ritirar le sue truppe da Livorno.

Ferdinando, vedendo che passavano gli anni e le guerre non finivano, pensò, non foss’altro per mostrare che lui pure poteva avere una specie d’esercito da far fronte a ogni evento, di chiamare «i suoi buoni toscani alle bandiere, aumentando i corpi dei cacciatori volontari,» e gastigando se-