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XII

L’imperatore Francesco e il re di Napoli a Firenze


La frammassoneria livornese - Esuli politici a Firenze - L’arrivo dell’Imperatore - Illuminazione della città - Visita a pubblici e privati stabilimenti - Feste in piazza della Signoria e nel piazzale degli Uffizi - L’imperatore parte per Napoli e impressione che ne riceve - Rivoluzione napoletana del 1820 - Il re di Napoli ripara in Toscana - Si reca al Congresso di Laybach - Ferdinando III a Livorno - Una congiura sventata - Il generale Casanova.

La Toscana aveva ripreso la sua vita tranquilla, quasi noiosa, senza sbalzi e senza paura di sconvolgimenti, come negli anni passati fino al quindici. Soltanto la frammassoneria, che aveva posto il suo quartier generale a Livorno, destava di quando in quando qualche inquietudine, ma non dava poi gran pensiero, poiché il suo scopo costante era quello di rendere l’Italia completamente libera e padrona di sé, come era di diritto.

Ma a nominare i frammassoni allora si facevano il segno della croce come se fossero stati il diavolo, mentre era tutta gente animata sinceramente e profondamente dall’amore di patria e dal desiderio costante e vivissimo di vederla unita, prospera e grande. Oggi, che tutto ciò si sente molto meno, bisogna pur dirlo per quanto s’abbia l’ipocrisia di non volerlo riconoscere, i frammassoni di quei tempi parrebbero codini e nulla più.