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madre? Come sarebbe caro a tutti il poter sentire, nelle aspre lotte della vita e nelle avversità della fortuna, la voce consolatrice e incoraggiante di colei a cui si deve la vita!

E qual figlio può rispondere con un rifiuto al giusto volere di sua madre? Coriolano che, per vendetta, aveva commessa la nefanda azione di portare le armi contro la propria patria, non sa resistere ai giusti rimproveri dell’amata genitrice e s’allontana da Roma placato e pentito.

Nè l’influenza dell’amore e del volere materno cessa con la morte di lei. Noi portiamo scolpiti in noi i suoi avvertimenti e i suoi consigli e ci par di sentir sempre, anche dalla tomba, la sua voce d’amore e d’ammaestramento. Spesso il nostro pensiero ricorre a lei, e facciamo o non facciamo certe cose, secondo il ricordo della volontà di lei, il quale si affaccia alla nostra mente.

Chi è che, avendo avuto la grande sventura di perdere la propria madre, e, volendo onorarne degnamente la memoria, non s’è astenuto dal compiere certi atti, da lei vietati quand’era in vita, per compierne altri, da lei permessi o a lei graditi? Quante volte avrà detto: non farò o farò questa cosa per memoria di mia madre!

E questa grande influenza dell’amore materno nelle nostre azioni dipende dal fatto che tutti ricordiamo sempre le sue cure affettuose per allevarci, le sue privazioni per non farci mancare nulla, la sua vita di continui sacrifizi per il nostro bene, per allontanarci da ogni male, per farci crescere buoni e virtuosi. Oh l’amore materno! Di che cosa non è capace? Ben a