Pagina:Giuseppe Aliani, Educazione della donne 1922.djvu/33


— 27 —


Pigliando ora in esame gli altri programmi didattici della scuola complementare, non si può che dir bene di quelli di geografia, di matematica e computisteria, di scienze fisiche e naturali, d’igiene, di disegno, ecc. Solo è a desiderarsi che gl’insegnanti si attengano strettamente ad essi senza oltrepassarne i limiti, ciò che non è sempre utile alle alunne, perchè si sovraccaricano di lavoro con danno dell’efficacia dello studio e della loro salute.

Per esempio, in molte scuole complementari si esagera negli esercizî cartografici, benchè questi non abbiano altro scopo che di fissare nella mente i luoghi che si studiano, e le alunne finiscono col fare le carte geografiche copiandole da quelle degli atlantini per mezzo del vetro; si esagera negli esercizî di calcolo dando a risolvere problemi che non hanno alcuna attinenza colle necessità della vita della donna; non si bada, nell’insegnamento delle nozioni di fisica, di storia naturale e d’igiene, che la coltura scientifica, secondo è detto molto bene nelle istruzioni governative, deve giovare, per le donne, all’economia domestica e alla prima educazione dei figli, e mentre i programmi stabiliscono che la chimica si deve insegnare senza simboli e formole, molti professori fanno il contrario, trascurando poi le applicazioni della chimica all’economia domestica, ciò che è più indispensabile alla donna. E queste e altre esagerazioni sono generalmente lamentate dai padri di famiglia, che desiderano un’istruzione più pratica e più utile per le loro figliuole.

Non si comprende poi perchè non si sia compilato il programma dei lavori femminili per la scuola complementare. Si fa troppo a fidanza con la buona vo-