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132 Giro del Mondo

medesimo col lume in mano m’arrischiai a fare il restante, con grandissimo timore; perche alle volte mi vedeva imbarazzato in abbracciare il legno, e porre, nell’istesso tempo, amendue i piedi nelle intaccature del medesimo. Ad ogni modo raccomandandomi a Dio, scesi fortunatamente tre volte più di quello, che avea detto il Minero, per darmi coraggio; onde giunsi a por piede fermo, nel luogo de los Varretteros; i quali dalla vetta, o vena con scalpelli di ferro facean saltare la durissima pietra del metallo. Mi dissero, che in alcuni luoghi suol’esser meno dura, e di varj colori; ed avendogli regalati, mi diedero molto metallo. In questo luogo m’avvidi del pericolo, in cui m’era posto; tanto più che in quella oscura voragine, non potea dimorarsi senza pregiudizio della salute, a cagione degli aliti pestilenziali di quel cattivo terreno. Adunque dopo esservi stato circa due ore, ritornai su, con grandissimo timore, per l’infame cammino; e giunsi alla luce del giorno molto stracco. Parvemi in quel punto medesimo di rinascere al mondo; e in verità confesso, che giammai a’ miei dì non intrapresi azione più temeraria, per non


dir