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bricare, e con gran spesa, dal Coggìa Nazar Armeno dall’una e l’altra parte del fiume, sono anche rovinati; e intanto v’abitano que’ pochi Armeni, in quanto che un miglio indi lontano v’è un’ottimo, e fertile terreno.

L’Arasse in questo luogo essendo ristretto fra due monti, vedesi poco largo, ma profondo (accresciuto dalle acque di quel fiume, che tre miglia prima passammo a guazzo quattro volte.) Stimano che sia l’istesso con quello, che la Scrittura[Incerti Authoris Asiæ descrip. cap. 18. pag. 184.], e Mosè chiama Geone, e che nasce dal Paradiso terrestre; poiché trae l’origine dalla medesima montagna, e poco discosto dall’Eufrate; quello scorrendo verso Oriente, e questo quasi ad Occidente. La barca, che serve al passo dell’Arasse è mal fatta, e peggio governata, non avendo che due remi, che la ritengono; ond’è, che venendo all’opposta riva, la rapidità del fiume la porta sempre un tiro di moschetto più in giù di quello che bisogna, e fa di mestieri tirarla poi su con una corda. Vi si paga a’ rematori mezzo Abassì per cavallo; e vi assiste una persona deputata dal Rattar di Nakcivan, il quale dà una carta suggellata in segno d’essersi pagati i dritti delle Guar-


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