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luogo della loro abitazione (essendo i Sangani confinanti al paese di Guzaratte) proccurai di persuadere i medesimi, che per isfuggire il pericolo, tagliassero la corda, colla quale eravamo stati rimorchiati, e ce n’andassimo al vascello nostro. Eglino però risposero, che non eravamo più a tempo, e che sarebbe stato un perderci volontariamente, se la fuga non riusciva; avendo i Guzaratti miglior barca, e con più remi, per poterci nostro mal grado sovraggiungere. Essendo adunque il fatto senza rimedio, ne facemmo condurre come tanti agnelli in presenza del Capitano dei luogo. A dire il vero non ci ricevè male, come noi temevamo, anzi con qualche sorte di cortesia; permettendoci di fare acqua, di cui avevamo gran bisogno. Questa nel maggior bujo della notte la portarono alcune donne del paese entro vasi di creta l’un sopra l’altro. Elleno coprivano il corpo, e’l capo con una lunga camicia di tela; aveano a gli orecchi cerchi di argento, e nelle braccia più annelli di vetro. Altro non si vedea di loro, che la faccia, e i piedi.

Il luogo abitato era un picciol Casale al lido del Mare: dissi picciolo, a com-


pa-