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326 Giro del Mondo

avea per l’ignoranza del Tabaccaro, stimava, che io fussi esperto nel mestiere, ed intendessi le carte marittime. Io vedendomi a parte del pericolo co’ Mori, ed ugualmente dovendomi calere del salvo arrivo del vascello; benche poco più del Piloto Tabaccaro ne fussi intendente, volli compiacere il Nicodà, assistendo alcuna fiata alla bussola, e facendo spiegare, e raccoglier le vele secondo il bisogno. Oltreacciò facea prender le armi in occasione d’incontro di barche; ammaestrando gl’inesperti soldati, perche la loro ignoranza, e codardia potea esser anche a me dannevole. In ogni accidente adunque chiamavano l’Agà Gemelli, stimando, che come Europeo dovessi saper di tutto (per lo buon concetto, ch’hanno di noi) e sforzandomi per tutte le vie a far da Comandante, e da Piloto; però io me ne intendeva niente più che poco, ed altro non faceva tutto il giorno, che dirizzar la nave a Mezzo dì; lasciando la notte (in cui non poteva accomodarmi a perdere il sonno) l’ufficio al balordo Tabaccaro, il quale facea perdere tutto il cammino, che si era fatto il dì. Quindi è, che quantunque fossimo andati il giorno anteceden-


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