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una prodigiosa quantità di pesce; e noi n’avemmo la nostra parte.

Si cavalcò il Sabato 11. per 20. miglia di paese sempre piano, passando il fiume sopra un bel ponte di fabbrica, lungo un quarto di miglio. Albergammo poi nel Karvanserà d’Abigherme (cinque miglia lontano dal ponte) di cui si stava attualmente ristorando un lato, che minacciava rovina: ivi da presso era il monte spianato da Alessandro il Grande, per farvi passare il suo esercito.

Tardi ci partimmo la sera della Domenica 12. per andare in un Casale vicino al Palagio di Dario. Avendo smarrita la strada in un paese paludoso, ne condussero i Catergì nel bujo della notte a passare per uno stretto ponte di legno; ma essendo caduto nel fiume, con tutto il cavallo, il mio servidore Armeno, che fu il primo a far la pruova (senza farsi altro male, che di bagnarsi colla roba) si mutò consiglio, ripigliandosi l’ordinario cammino: e così avendo consumate sette ore di tempo, giugnemmo dopo 20. miglia nel Karvanserà di Policor. Quattro miglia prima di giungervi passammo per una strada, o ponte di due miglia, lastricato di selici; con tutto ciò a gran fatica si tol-


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