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Del Gemelli. 235

tra. Quivi ebbi l’incomodo di non potere avvalermi di alcune monete di rame; perche in tutto il Regno ciascheduna Provincia ha le sue proprie, nè riceve quelle dell’altra: anzi in alcuni luoghi non si spende nè anche quella d’argento coniata in altro Governo.

Il Venerdì 10. alla medesima ora rimessici in via, facemmo in prima otto miglia in salire, e scendere una disastrosa montagna; poi a capo di altre miglia passammo per lo Casale, e Karvanserà di Mumusada; e finalmente dopo altre 12. fermammo nel buon Karvanserà del Calale di Mayn. In questo luogo, quantunque posto in mezzo d’alte montagne, mangiammo buoni fichi, abbondando di varj alberi fruttiferi, e oltreacciò di buon tabacco, che si porta in Ispahan. Il P. Severino, prima di giungervi, cadde due volte dal suo mulo (si era disagiato il sentiero) ed essendo avvertito ad accomodar la bardella venuta sul collo della bestia; rispose facetamente; voglio che paghi la pena dei suo fallo; e in così penoso stato lasciò il mulo sino che non fu venuto il Ciarvattar, che stava indietro due miglia e mezzo, cioè mezza lega di Persia. I Giorgiani, ed Armeni amici pigliarono


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