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232 Giro del Mondo

a mezzo cammino la Fortezza di Giambet, guardata anche oggidì con guarnigione. Sull’apparir dell’Aurora andammo nel Karvanserà del Casale di Dighirdù; ma trovatolo occupato, ne bisognò dormire in una casa dirupata, o per meglio dire stalla, in compagnia delle bestie. Il solo patimento del vegghiare (la notte per lo cammino, e’l giorno per le mosche) ne dava molestia; perche quanto al vitto se ne trovava abbastanza da per tutto a prezzo ragionevole; sicchè per tre o quattro carlini di Napoli si stava lautamente: e poi al difetto de’ Karvanserà suppliva una cucina portatile del P. Francesco, provveduta di tutti stovigli; di maniera tale che fuori del bevere in neve, non v’era cosa che desiderassimo.

Nel seguente Martedì 7. avemmo qualche disturbo, dall’avere il Padro Francesco rotto il capo a un’Armeno, perche con soverchia mala creanza difendeva un suo compagno, che gli avea truffati 45. Toman. Ci riposammo tutto il dì nel Casale, medicando intanto la ferita il P. Severino Napoletano; e prendendo noi il passatempo di veder passare Cafile, o Caravane di quattro e cinque-


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