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ospiti del Re: rispose quegli, che perciò non si passava a più severo gastigo.

Ritornato il Divan in Città, mandò dodici de’ suoi, con ordine al P. Elia da parte del Re, che uscisse egli, e tre suoi compagni incontanente da Zulfa; e che non ardisse porvi più piede, sotto pena di 100. Toman. Partirono adunque i buoni Padri a piedi, in mezzo di quella canaglia, che dovea condurgli dal Governadore in Ispahan; però incontrarono per istrada due Padri Agostiniani (mandati loro all’incontro per atto di civiltà dal Padre Gaspar dos Reys Priore del Convento, dove io albergava) i quali fecero porgli su i loro cavalli. Giunti in presenza del Divan, appena ebbero licenza di rimanere ospiti dell’Ambasciador di Polonia.

Il tumulto era stato grande in Zulfa, e strana l’allegrezza fatta dagli Eretici, i quali con incredibile baldanza minacciavano d’estirparne anche i Gesuiti, e Domenicani; fidati nella protezione di Agà-Camal (castrato Moro favorito del Re,) della Regina Madre, e di molti Grandi; onde parve bene al suddetto Ambasciadore mandar sue genti, a guardar la casa de’ Gesuiti. Temendosi adunque


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