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tare i loro letti, per dormire al fresco. Intorno al primo, e secondo piano sono gli usci delle camere leggiadramente lavorati, con mattoni di diversi colori. Quei Karvanserà, che sono dentro la Città, non sono fabbricati in suffragio de’ difonti, ma per profitto particolare, pagandovi quattro Abassì il mese, o quattro Casbì la sera. La maggior parte del traffico consiste quivi ne’ drappi di seta, a cagion de’ quali vi vengono infiniti Mercanti dall’Indie, ed altre parti dell’Asia. Malachia fece vedermi tre canne, e mezza di taffetà, largo due palmi e quarto che avea comprato per due Abassì, che sono quanto otto carlini della nostra moneta di Napoli. Andai poscia a vedere la Casa, e Giardini del Re, al lato della strada per la quale entrammo. In un di essi corre nel mezzo un ruscello, che divide per mezzo il Giardino; a’ fianchi del quale sono lunghi, e ben disposti ordini di pini, ed altri alberi di varie sorti, che con la loro disuguaglianza maggiormente ricreano l’occhio di chi gli mira. All’intorno del Giardino sono anche due ordini di cipressi, e pini, che fanno gratissima ombra col loro perpetuo verde. Nell’altro Giardino, più da presso alla Città,


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