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di sovente persino le ferite, e non si ferma che quando non può più sostenersi sulle zampe. In queste circostanze, il camminare produce assolutamente i medesimi fenomeni di quelli notati nell’articolo della riprensione del cavallo. L’infiammazione si manifesta, in primo luogo, ai tubercoli plantari, si propaga insensibilmente e finisce coll’invadere tutta la zampa, la quale in allora trovasi tumida, rossa e calda.

La malattia percorre i suoi periodi con maggiore o minore rapidità secondo venne la parte più vivamente e più a lungo irritata. Il più di sovente l’animale si mette a claudicare nel principio stesso del l’infiammazione, e rallenta i suoi esercizi in ragione dei dolori che risente; altre volte, questa malattia si dichiara subitamente e con sintomi allarmanti; ciò succede più particolarmente nei cani che si lasciano trasportare dall’ardore di scuoprire selvaggiume, o di seguire la preda che fugge loro innanzi. Al ritorno dalla caccia, le sofferenze si manifestano e divengono tanto più considerabili, quanto più a lungo rimase l’animale coricato. La febbre locale si fa intensa ed alle volte generale; costringe l’ammalato a rimanere sulla paglia e produce l’anoressia.

Gli esiti non sono funesti che quando l’affezione sia giunta ad un altissimo grado e che venga completamente trascurata. Il più di sovente il cane è ristabilito dopo alcuni giorni di riposo su di un buon letto di paglia fresca, non prendendo che leggero nutrimento, come zuppa o latte. La malattia non ri-