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è cagione. Fra i mezzi impiegati a combattere gli stringimenti dello zoccolo, sorprende vedervi figurare il metodo d’aprire i talloni. Malgrado la controindicazione di simile operazione, l’autore giunse talvolta a ridonare allo zoccolo la forma sua primitiva, senza però che la claudicazione abbia cessato; attribuisce in questo caso la zoppicatura ad alterazioni dei tessuti interni, e considera la malattia siccome incurabile.
In succinto, Bracy-Clark ha dato prova di molta scienza e di estesa erudizione, soprattutto nella dissertazione istorica che termina la sua opera; ha del pari bene dimostrato la costruzione e le funzioni dello zoccolo del cavallo, spiegò in modo curioso tutti gli accidenti della ferratura; ma il suo lavoro sarebbe stato vieppiù vantaggioso se avesse indicati i mezzi di prevenirli o di guarirli: sotto questo rapporto l’autore lascia molto a desiderare.
L’ordine cronologico ci guida a parlare del Cours théorique et pratique de maréchalerie vétérinaire, pubblicato da F.-Jauze, Parigi, 1818. Quest’opera voluminosa non avanzò d’alcun passo la scienza; non è che una informe ed indigesta compilazione dei diversi scritti anteriori, specialmente del Traité de ferrure di Bourgelat, e non merita particolare attenzione1.
Passiamo subito ad un opuscolo inglese, stampato nel 1820 e tradotto in francese nel 1827, con alcune note fornite dal veterinario Berger. Questa produ-
- ↑ Onde ottenere più facile smercio all’opera, si pose nel frontispizio un nuovo titolo, annunciando una seconda edizione e l’anno 1827.