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Non è corso difatti nemmeno mezzo secolo dal giorno in cui la bella navatella di S. Lorenzo fu separata dalla Chiesa e ridotta a magazzino ed a peggio, dal giorno in cui le rasiere ed i pennelloni degl’imbianchini fecero man bassa degli ultimi e pur sempre preziosi resti di quelle opere che la pietà de’ nostri maggiori ed il genio gagliardo di artefici valentissimi offrirono a decoro dello storico tempio.

Oggi... senza carezzar troppo l’illusione di un risveglio o di una trasformazione totale del pubblico sentimento, si ritorna al passato, si ricercano con cura amorosa le tracce di quell’arte che per diversi secoli fu seppellita dal disprezzo e dall’indifferenza e si tenta di ridare il soffio della vita a ciò che è scampato, a ciò che è sfuggito prodigiosamente alla rabbia vandalica delle generazioni che ci hanno preceduto.

È così che con opera paziente, minuziosa, guidata da un entusiasmo di religioso affetto per l’arte, si sono potute rivedere alcune delle tante opere pittoriche che adornavano la Chiesa di S. Lorenzo.

Sono pallidi riflessi d’uno splendore tramontato, sono impressioni spesso fugaci di un insieme che non rivedremo mai; ma anche in quei frammenti in mille modi straziati, in que’ resti miserandi di composizioni ammirabili un giorno per grandiosità di concetti, per eleganza di forme e di fattura, per armonia poetica di colore, possiamo ancora rilevare la maniera dell’artista, farci un’idea dello stile che gli era proprio, seguire il progressivo svolgimento di quell’arte che staccandosi dal gretto convenzionalismo del primo ri-