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per maestro. Il Vasari nella vita di Masaccio scrive: «L’origine di costui fu da Castello San Giovanni di Valdarno, e dicono che quivi si veggono ancora alcune figure fatte da lui nella sua prima fanciullezza»; ma nessun documento ci aiuta ad indagare e a scoprire quali fossero quelle figure 1. Però una tradizione costantemente serbata in paese, attribuisce a Tommaso la grande Madonna col Bambino, conosciuta col nome di Madonna di S. Biagio2 ora nella sagrestia dell’Oratorio 3, la quale stava un tempo ad un altare della chiesa di San Lorenzo.

Il Repetti accenna a questa attribuzione combattuta dal Gherardi Dragomanni e da altri sostenuta senza

  1. Gli archivi delle chiese di San Giovanni non conservano memorie antiche. Anche l’archivio comunale bruciò, in gran parte, sul principio del secolo XVI e le carte rimastevi e che non rimontano più in là della fine del secolo XV, hanno poco valore storico.
  2. Dal Tavanti (ms. cit.) si ha che la tavola stava in fondo di chiesa, in «un altare dì struttura antichissima semigotica».
  3. L'oratorio della Madonna delle Grazie fu cominciato, sembra, nella prima metà del secolo XVI ed è stato in più tempi ingrandito ed abbellito in onore di una antica e miracolosa immagine della Vergine, venerata in tutto il Valdarno e dipinta sull’ antica porta di San Lorenzo. Sotto al portico anteriore dell’Oratorio è una grandiosa lunetta in terracotta invetriata dei Della Robbia, parte modellata in rilievo, parte dipinta in piano. Nel centro, entro una mandorla sostenuta da angeli volanti, è la Vergine Assunta in cielo, in basso S. Giovanni Battista, S. Lorenzo e S. Lucia protettori del paese. Ai lati del delicatissimo fregio che chiude la lunetta dalla parte inferiore, si vedono le armi dei Buondelmonti e dei Salviati. A metà delle scale che conducono al Santuario sono due dipinti centinati eseguiti da Giovanni Mannozzi da San Giovanni. A destra ed a sinistra dell’altar maggiore, adornato di pitture da Giorgio Vasari, si vedono alcune storie dipinte dal Montevarchi, discepolo di Pietro Perugino. (Vasari, ed. Sansoni, III, 591-92). Nella sagrestia furono collocati i quadri già da noi rammentati ed una Decollazione del Battista eseguita dal Mannozzi e donata all’Oratorio, nel 1729, dalla Compagnia di San Giovanni Decollato.