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Fossero o no di San Giovanni, è certo che Masaccio vide nella sua prima gioventù operare pittori che abbellivano le chiese del castello 1 e quelle di altri luoghi vicini; i quali pittori dovettero non solamente animarlo nella sua vocazione e farlo decidere ad abbracciar l’arte, ma fornirgli i primi insegnamenti.

Forse lavorarono in San Giovanni anche Spinello e l’Angelico, del quale nella vicina chiesa dei Francescani di Montecarlo 2 si conserva, probabilmente portatavi dal paese, e finora ritenuta copia della tavola già in San Domenico a Fiesole, ora nel Museo del Prado


    Giovanni Battista, Antonio, Rocco e Pier Martire, e dinanzi, genuflesse, la Maddalena e S. Margherita da Cortona. Un piccolo dipinto a tempera con l’Arcangelo Raffaello e Tobiolo, su fondo di paese, attribuito a qualche discepolo di Spinello e da alcuno ritenuto, non senza fondamento, opera di Bicci di Lorenzo. Rimani però nella chiesa un busto in legno, argentato e dorato, di S. Lorenzo, in grandezza naturale, che rivela la franca mano di uno dei più valenti scultori fiorentini del secolo XV; e la bellezza delle mani trattate con vera bravura fa pensare che l’autore di sì pregevole lavoro possa anche essere Donatello.

  1. In quella dedicata a Santa Lucia, vedesi sull’altar maggiore una semplice, ma caratteristica pittura di un Cristo che, mentre sostiene la Croce, versa dal costato il sangue nel calice posto in terra. Dalle parti sono la Madonna e la Santa titolare: nella predella piccole figure di Santi. È lavoro della fine del secolo XIV. Alla parrocchia di Santa Lucia apparteneva un Oratorio ancora esistente, a tre miglia circa da San Giovanni, dove si «osservava (dice il Tavanti, nel rammentato ms.) una tavola rappresentante la Beata Vergine, Santa Lucia ed altri Santi, sicuramente antica pittura della Scuola dì Giotto». La pittura tolta dal suo luogo, molti anni or sono, dai patroni della cappella, non si sa dove sia andata a finire.
  2. Montecarlo ad un chilometro circa da San Giovanni, trae il suo nome da Carlo Ricasoli che nel 1428 lo donò ai Francescani per edificarvi un convento, ed è celebre l’opposizione che ai frati fece Poggio Bracciolini perchè non vi si stabilissero.