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Il Diavolo 15


Le nostre voci si perdevano in quella stanza quasi vuota, mentre fuori si sentivano giulive quelle argentine dei ragazzi, che facevano il chiasso. Pippo prendendo una presa di tabacco mi disse:

— Ma non è qui che si sente, è di qua — ed infilò l’uscio a destra. La stanza era la metà più piccola della prima, col soffitto uguale, col pavimento nel medesimo stato, ed illuminata da una sola finestra; in un canto una barchetta di carbone, al muro attaccati dei ferracci; sulla finestra due terzi di una brocca di maiolica antica, rozzamente dipinta, con una bella pianta di prezzemolo.

— È questa la camera che chiamano della Mora. La chiamano così, perchè ci stava una cameriera mora, che uno dei padroni antichi aveva portato di lontano e che ci morì senza assistenza di prete: lei non andava mai alla messa ne in chiesa, perchè non era della nostra religione; dice che in quelle parti adorano il sole. A venir qui a dormire non dubiti, non c’è pericolo di prender sonno. Vedere non ci si vede quasi mai, ma sentire ci si sente sempre; basta che voglia mutare il tempo. Sotto ci sono i frantoi dell'olio, e si sente macinare, mandare il bue e scricchiare lo strettoio anche quando non c’è nessuno. E bella, a essere di sotto si sente un rumore di sopra, come se ci