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capitolo duodecimo 41


a recar ivi l’imperio egemonico. E però il Piemonte, che lo teneva da un anno e lo aveva suggellato col proprio sangue, era autorizzato dai comuni interessi a serbarlo; e dovea farlo anco per amore dei popoli circompadani, la cui liberazione era posta in compromesso dai tumulti del centro. Il loro voto non che giustificare i movitori di Toscana li condannava, poiché esso mirava a ricomporre la nazione e questi lo impedivano.

«Se quelle provincie fossero cadute nella tetra calamitá della guerra civile, il Piemonte avrebbe potuto con giustizia intervenire per metter la pace tra i fratelli... Ma non era questa la condizion delle cose nei due Stati. Non una voce si era alzata per richiamare Pio nono dopo la sua fuga clandestina, non un

tentativo si fece per trattenere Leopoldo nel suo lento procedere da Firenze a Santostefano»1. Dal moto romano nacque anche la guerra civile, se giá i napoletani non sono forestieri. Ma lasciando questo da parte, dico che i disordini dei due Stati causarono l’intervento e l’oppressione esterna; male assai piú grave della guerra civile, perché questa è transitoria, quella continua e, oltre al danno, vituperosa e infame. Se perciò l’intervenire era lecito per ovviare al minore infortunio, molto piú dovea essere per riparare al maggiore. La fuga di Pio e Leopoldo dolse a quanti ne antivedevano gli effetti calamitosi: i romani eran vaghi di accordo, né mutaron proposito se non quando si avvidero che i prelati di Gaeta volean ripigliare il dominio e manomettere lo statuto. Onde io potei dire alla Camera che i popoli di Toscana e di Roma faceano «buon viso e applaudivano con entusiasmo alla mia politica conciliatrice; il che mi risultava con certezza da molti luoghi»2. Quanto alla Toscana in particolare, due fatti lo provano senza replica. L’uno che, giunta la notizia del prossimo arrivo dei piemontesi, il giubilo fu universale: i contadini fecero i fuochi e parecchi dei puritani si prepararono alla fuga; segno di quanto si affidassero nel contrasto. L’altro che, svanita questa speranza, il governo costituzionale fu per



  1. Sineo, Alcuni cenni agli elettori ecc., p. 22
  2. Nella tornata dei deputati dei i2 di febbraio i849.