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Tanto è dunque rimuovere il Piemonte quanto rinunziare al principio egemonico. Imperocché il crearne un altro (quando pure fosse fattibile) vorrebbe opera lunga, faticosa, dura; e il presidio sarebbe probabilmente apparecchiato passata l’ora di usarlo. E in ogni modo fra i due partiti corre questo divario: che nell’uno l’egemonia è bella e fatta e non si ha da pensare ad altro che a prevalersene, avendo lo Stato sardo armi, leggi, governo, amministrativa e quanto si ricerca a una presta e regolata azione; laddove nell’altro bisognerebbe farla, e in vece di una sola impresa alle mani, se ne avrebbero due, cioè la liberazione patria e la potenza liberatrice. Ora, se la sapienza civile prescrive di agevolare e accorciare il lavoro e di trar costrutto dagli elementi reali che si hanno in pronto, non sarebbe cosa dissennata e ridicola il buttar via l’aiuto sardo, dato che si possa avere? e il rigettare l’egemonia antica per raccapezzarne alla meglio una nuova, che, abborracciata in fretta, sarebbe assai meno acconcia a sortire l’effetto suo? la quale, benché piú debole, avrebbe assai maggior negozio a spedire, dovendo non solo redimere l’Italia ma vincere o frenare il Piemonte nemico. Conciossiaché nel presupposto che si rifiuti l’egemonia subalpina per odio del regno, egli è chiaro che la casa di Savoia sará contraria al moto italico, ed è anzi da temere che non si abbracci coll’Austria. L’esercito monarchico, per indole e per costume, e una parte notabile delle popolazioni terranno il fermo al loro principe, e il Piemonte diverrá nemico tanto piti formidabile quanto che spalleggiato e rinforzato dallo straniero. Fra un Piemonte favorevole e un Piemonte infesto al riscatto italiano l’elezione non può esser dubbia. Mutare il governo piemontese, finché è armato, non è possibile; e quando pur fosse, col trono verrebbe meno la milizia. Ora quanto gli Stati subalpini, divenuti inermi e deboli come Roma e Toscana, sieno per essere acconci all’ufficio egemonico, non fa d’uopo che io lo dica.

O si vorrá ricorrere alla Francia per disfare la monarchia sarda e far la nazione? e all’egemonia interna si sostituirá la straniera? So che questo piacerebbe a taluno, che non si vergogna di dire e di scrivere che gl’italiani non possono e non