Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/307


libro secondo - capitolo terzo 301


colle armi spirituali un potere vacillante; e la storia eziandio recente ci mostra che quella non è sempre restia a tali consigli. Il che non aggiungerebbe al temporale un giorno di vita, ma sarebbe di danno inestimabile alla religione, se i fedeli non sapessero distinguere l’uso legittimo dall’abuso di tali armi. Si premuniscano adunque colle dottrine assennate e cogli esempi autorevoli: s’insegni loro che la spada della Chiesa non taglia quando si adopera a difendere gl’interessi del secolo. E che quando questi interessi le nocciono e i pastori si ostinano a mantenerli, è pietá e saviezza il disubbidire, siccome è debito il salvare la religione a malgrado de’ suoi ministri.

La salute non risiede altrove che nel mezzo di cui parliamo. Perciò ogni buon cattolico e ogni buon italiano dee rallegrarsi egualmente delle mutazioni che ci è dato d’antivedere, adorando la providenza che per via di esse redimerá l’Italia e ritirerá insieme il seggio apostolico ai tempi puri e gloriosi delle sue origini. Alle quali si potea tornare per una strada piú ovvia e facile; ma poiché quando era in pronto non fu voluta praticare, e che la «mia Roma», come io la chiamava1, è ora divenuta impossibile, resta che le sottentri la nuova Roma, rispondente alla nuova vita italica ed europea. La nuova Roma è quella dell’avvenire; piú ampia e magnifica delle passate, essendo la somma e l’armonia di tutte Nata nel Lazio col regno, divenuta italiana ed oltramontana colla repubblica e coll’imperio, cristiana coll’evangelio, cosmopolitica col papato, ella sará ad un tempo la cittá sacra e civile dei principi, ma aggranditi dal progresso e perpetuati dall’infuturamento. Lo spirituale e il temporale ci fioriranno liberamente a costa l’uno dell’altro, ma immisti e non confusi, concordi e non ripugnanti. Il primo di tali due poteri non sará piú un miscuglio di profano e di sacro, di riti pacifici e di roghi sanguinosi, di crociate e d’indulgenze, di benedizioni e di maledizioni, di morale evangelica e di profana politica, di chierici esemplari e di prelati superbi, epuloni, procaccianti: i cardinali, deposto il nome c il fasto di principi,



  1. Gesuita moderno, t. iii, pp. i67, i6t8, i69.