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266 | del rinnovamento civile d’italia |
di papa»1, anch’io presi parte da lontano ai pubblici applausi, ma in cuor mio temeva, sapendo che i miracoli passano e non durano, e scriveva a un amico le parole seguenti:
Fate bene a sperare, mio buon Montanelli; ma ancorché la nostra fiducia fosse delusa per questa parte, dovremmo tuttavia consolarcene, perché il Risorgimento italiano andrá innanzi anche senza il papa, e anche senza il papa non lascerá di essere cattolico. Io aveva pensato a quest’ultimo punto fin dai tempi di papa Gregorio, allorché in quella notte scurissima niuno poteva antivedere l’aurora di Pio. E avevo giá abbozzata in fantasia un’opera, per mostrare che gli ordini cattolici contengono nella loro mirabile composizione un principio di salute all’Italia anche senza il concorso del maggior sacerdozio, anzi a malgrado del contrasto di esso. Quando le cose peggiorino a segno di toglierci ogni speranza nel regnante pontefice, compilerò questo lavoro e lo pubblicherò; e se male non m’appongo, esso basterá a conservare al nostro ristauro il carattere religioso presso gli spiriti assennati, e a tranquillarli nel caso che far si debba un’opposizione civile al governo di Roma. Ma prima di disperare e di ricorrere a tal partito, bisogna lasciare a essa Roma spatium resipiscendi; e chi ne è piú degno di Pio? Non preoccupiamo la soluzione di quel dilemma, che è tuttavia sospeso nelle mani della providenza. Il dilemma è questo: il governo temporale del papa è egli destinato a ringiovanire e capitanare le sorti comuni d’ Italia? ovvero a perire come non piú necessario a presidiare l’indipendenza della religione, atteso le condizioni mutate della cultura e dei popoli? Ben vedete che Iddio solo può sciogliere il dubbio. Noi dobbiamo aspettare e governarci secondo i fatti, che sono la rivelazione continua della providenza. Ma in ogni caso dobbiamo tenere per fermo che l’esito sará conforme ai bisogni del cattolicismo e che i principi ideali di questo saranno sempre la base di ogni civiltá2.
- ↑ Cosi lo chiamò il Giordani in Parma, ai i7 di maggio del ’48, in un colloquio che io ebbi seco.
- ↑ Il Montanelli conserva l’autografo di questa lettera. Pochi giorni sono, un giornale democratico di Torino appuntava «certi falsi sapienti che avevano spacciata intorno la dottrina dell’Italia papale e governativa, quando nel 1848 il grido di — Viva Pio nono! — fu un grido di ricongiungimento, fu la parola d’ordine dietro la