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capitolo duodecimo 17


risiede nel rispetto alla legge, nell’amor dell’ordine, nell’osservanza dell’umanitá e della giustizia, nella forte moderazione delle idee e dei portamenti... Perciò noi saremo, o signori, tanto piú fermi sostenitori dell’ordine quanto piú siamo e ci gloriamo di essere democratici. La democrazia fu spesso disonorata dagli eccessi demagogici presso le altre nazioni, e testé guastava i preludi grandiosi della Dieta di Francoforte. Se anche in Italia la democrazia trionfante riuscisse alla licenza e minacciasse di trascorrere al terrore ed al sangue, il suo regno sarebbe spento per ogni dove. Le sorti della democrazia europea forse da noi dipendono. Tocca a noi che siam gli ultimi ad assaggiarla il far miglior prova, rendendola cara e commendabile col nostro esempio a tutta Europa. Gli sguardi delle nazioni piú gentili sono a noi rivolti, per vedere se noi sapremo mantenerla illibata e pura o ci lasceremo rapire allo sdrucciolo che ne apparecchia la rovina. E a chi meglio si aspetta il moderarla sapientemente che a noi? Non è l’Italia predestinata alle grandi e nobili imprese? E qual impresa piú nobile e grande che il ribenedire e santificare la causa del popolo, avvilita e macchiata da alcuni de’ suoi fautori? A ciò, o signori, mireranno tutti i nostri sforzi. Popolo dell’alta Italia, se noi non verremo a patti con pochi faziosi che usurpano il tuo nome per disonorar la tua causa, questo sará il piú degno omaggio che si possa rendere al tuo vessillo e alla tua potenza»1. Per quanto però sia di momento l’idea democratica, ella dee essere subordinata alla nazionale, giacché uno Stato non può esser popolare se non è nazione. «Il divorzio delle provincie e dello Stato dalla patria comune e dalla nazione ci pare innaturale e funesto. Nei tempi addietro esso invalse, perché il senso della nazionalitá era languido e predominava il vezzo municipale. Oggi questo non è tuttavia spento, ma viene contemperato dal genio contrario. Noi ci studieremo di svolgere quest’ultimo e di educarlo con sollecito zelo; onde il primo carattere della nostra amministrazione sará quello di essere




V. Gioberti, Del rinnovamento civile dell'Italia - ii.

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  1. Operette politiche, t. ii, pp. 335, 336.