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96 | del rinnovamento civile d'italia |
nomina fosse abbastanza libera; e per affetto, per divozione, per riverenza, lo accompagnava nella sua fuga. Egli era dunque non solo ospite ma benemerito del pontefice, lasciando stare i molti e rari titoli che aveva, come chierico, scrittore e institutore di un pio sodalizio, alla riconoscenza della Sedia apostolica. E in fatti Pio in quel principio, seguendo l’impulso del suo cuore e il pubblico voto, gli promise la porpora. L’ingresso di un tal uomo nel concistoro spaventò il re di Napoli, che odiava in esso l’amatore della patria e degli ordini liberi; spaventò quei prelati che l’invidiavano come dotto e virtuoso, struggendosi che dove il loro nome era oscuro in Roma, quello di un semplice prete fosse chiaro e venerato anche fuori d’ Italia; spaventò piú di tutti i gesuiti per gara di chiostro e dispetto di amor proprio, essendo stati vinti e svergognati piú volte nella sciocca guerra che gli mossero per quindici anni (e non è ancor finita), dal falso Eusebio sino all’ignobile e miserabile Ballerini. Tutti costoro si congiurarono a diffamar l’uomo illustre e a tòrgli l’onore promesso, la confidenza e l’affetto dei pontefice. Ma chi vorrá credere che Pio nono desse nelle reti? che si lasciasse indurre a venir meno della parola data, violar la persona di chi aveva anteposto al governo di Roma il privilegio di partir seco l’esilio, tradire in mano degli altrui sgherri l’ospite onorando e l’amico? che, papa e principe, usasse tali termini di cui avrebbe onta un privato? L’insulto gravissimo non tornò a disdoro del Rosmini, che usci piú grande da tale persecuzione. Ma il vituperio fu pur troppo, e bisogna dirlo, di chi lo permise; di chi, scordatosi l’osservanza delle promesse, la benevolenza, la gratitudine, lasciò avvilire da un tiranno il principato ecclesiastico e conculcare al cospetto del mondo il decoro della Santa Sede.
Il Rosmini avrebbe onorata la porpora, che non poteva aggiunger pregio alla sua persona né splendore alla sua fama1.
- ↑ Egli è da dolere che fra i detrattori del Rosmini a costa dei gesuiti e dei retrivi si trovino anco alcuni uomini liberali e onorandi per ogni rispetto. L’error di costoro forse dipende dal confondere il capo coi sudditi e coi discepoli, attribuendo a quello le colpe di questi, o dal parer loro che la speculativa e la politica del Ro-