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libro primo - capitolo terzo 87


e il numero de’ suoi nemici. La debol nave, che superò a fatica il primo fiotto, ricompone le vele e ripiglia la voga; l’inesperto viandante si crede salvo, né sa che a poco andare risorgerá piú fiero ed invitto l’impeto della procella. La salute e la perdizione degli Stati sono oggi riposte nelle idee e nelle classi democratiche: chi le ha contro è sfidato, perché la democrazia cresce ogni giorno terribilmente, invade tutti gli ordini e acquista nerbo dalle sue sciagure. Questa è la sola forza che propriamente sia viva: le altre sono morte o decrepite, e il porre in esse la propria fiducia è presagio certissimo della rovina. I gesuiti accarezzati, Roma temporale protetta, i vescovi sciolti dalla subordinazione civile chiarirono che anche nelle cose di minor momento la sapienza imperiale non è piú quella dei tempi di Giuseppe e di Leopoldo, i quali, non che mercare l’appoggio e il patrocinio delle instituzioni odiose al genio del secolo, pigliavan credito e vigore dall’abolirle. In vano per supplire all’opinione l’Austria ricorre alle armi: quando, ridotta nel quarantotto a combattere i tedeschi e gl’italiani coi croati e nell’anno appresso gli ungheri coi cosacchi, si mostrò da prima una potenza slava e poi divenne una provincia russa. Singolare imperio, che ha contro i sudditi antichi e nuovi purché sieno colti, e non può domar gli uni che coi barbari aggregati e gli altri coi barbari forestieri. La vittoria ungarica fu una vera perdita, poiché tolse al vincitore la riputazione usurpata, ne mise in luce la debolezza, mostrò onde nascesse la sconfitta delle armi italiane e pose il suo vero pregio ai facili allori del maresciallo. L’amicizia inglese, che dianzi era operosa e fervida pel maggior potentato della Germania, diverrá tepida e poi fredda verso il cliente del Moscovita. Questi è il solo principe che abbia saputo côrre i frutti della stagione, guadagnandosi Francia, infeudandosi Napoli, procacciandosi l’egemonia germanica, traendo a sé tutti i possessori e gli amatori dei vecchi ordini colle armi, colle pratiche, colle carezze, colle promesse, colle minacce e sovrattutto coll’odio della rivoluzione, col terrore del socialismo e della repubblica. I falli dei democratici e dei conservatori giovarono all’autocrato, che, avendo l’occhio al concetto della futura Slavia posto dall’Austria in non cale e rinnovando