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salire al colmo a vedersi governati da uomini sottoposti all’imperio pretesco, accorrenti a guisa di barbari a ristabilirlo colle armi negli altri paesi, ligi e devoti ai despoti esterni e pronti a chiamarli in Francia per sostituire una monarchia esosa al governo del popolo. Cosicché se la corruzione dei presenti politici è grande, non minore e ancor piú stupenda se ne giudica l’imperizia. Conchiudendo adunque, la prima epoca fu progressiva ma con poco senno, la seconda stataria benché ancora schiettamente repubblicana, la terza regressiva e inclinante a una spezie di principato, la quarta piú retrograda della precedente dal canto dei rettori e piú progressiva della prima dal lato della nazione. Le due forze sono ora a conflitto e paiono bilanciarsi, finché l’urto divenga formata battaglia e dia luogo a una nuova rivoluzione.

La rivoluzione di febbraio ebbe molti riverberi e riscontri, perché le sue cagioni erano comuni a tutti i paesi governati colle regole che abbiamo descritte e colle convenzioni dei potentati di Vienna. Perciò la Francia intervenne nel moto universale piuttosto come causa accelerativa che come fattiva, e fu per modo di dire il vapore anzi che la molla del cangiamento. L’Europa boreale, avendo riguardo alle potenze maggiori, si parte in due campi, l’uno liberale e civile, l’altro dispotico e barbaro: di qua la Prussia e l’Inghilterra, di lá l’Austria e la Russia. L’Inghilterra si portò dopo il quarantotto, come giá prima, assai piú saviamente degli altri Stati, tanto è il giudizio de’ suoi correttori e il senno del popolo. Ma ella fece assai meno di quel che poteva per la quiete e libertá comune, barcollando tra i partiti opposti e rifuggendo dai piú vigorosi. Poiché la Francia si stette, l’Inghilterra dovea supplire come moderatrice del moto germanico ed italico, e ovviare nelle due contrade agli spropositi delle sètte e dei principi. Poteva, usando piú vigilanza, dando migliori consigli, valendosi di negoziatori piú destri, recando maggiore energia e prontezza nei suggerimenti, nelle pratiche e nelle istanze, frenare l’intemperanza dei democratici e preservare agl’italiani la libertá, ai magiari la nazionalitá loro. Parve anche talvolta antiporre certi utili apparenti agli effettivi, come