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libro primo - capitolo ottavo 195


Principe di questa rinascita e risvegliatore dei sensi assopiti della nazionalitá antica fu Vittorio Alfieri, il quale rinnovò e contemperò insieme le idee di Dante e del Machiavelli e piantò l’italianitá come base di tutto l’edifizio politico. Ma questa dote, rendendolo piú illustre e singolare nei posteri, gli nocque tuttavia presso i coetanei, in cui prevalevano i concetti e gli amori stranieri, introdotti dai libri, favoriti dalla moda, accresciuti dall’esempio, avvalorati dalle armi e nudriti dalle congreghe segrete piú generose di spiriti che italiche d’origine e di pensieri. E siccome ogni setta ne provoca un’altra come sua opponente, le parti liberali dell’estrema Italia ne suscitarono delle contrarie, use a mantellare la loro politica coll’ipocrisia e col fanatismo; brutta e sozza canaglia spenta piú volte, ma che sempre ripullula come pianta succisa. Da questi influssi partigiani nacquero i conati progressivi del quindici, del venti, del ventuno, del trentuno, del trentatré, del quarantatré, del quarantaquattro, del quarantacinque e le riscosse che li soffocarono; e come ai carbonari e ai loro consorti sottentrò la Giovine Italia, cosí i paccanaristi, i calderari e i loro simili rifiorirono nel sodalizio gesuitico e nel sanfedismo. I princípi del Risorgimento italiano furono affatto indipendenti dalle mosse, dall’opera e dalle dottrine delle sètte liberali preaccennate; ma stante che queste e le loro avversarie vegliavano, le une presero a sviarlo e le altre a combatterlo: quelle diedero a queste coi loro eccessi pretesto di fargli contro, e queste presero dagli errori di quelle il modo agevole di contrastarlo e di vincerlo.

Discendendo piú ai particolari, le sètte che testé campeggiarono e durano ancora si possono distinguere in varie classi, secondo lo scopo principale che si prefiggono. Fra le parti illiberali le une sono stative, astiando la libertá ma non avversando una certa coltura; le altre retrive, che odiano l’una e l’altra. Le prime amano il governo stretto, privilegiato e inchinano all’assoluto dominio o al piú ammettono qualche tenue franchigia, ma sono contrarie alla clerocrazia e vogliono l’indipendenza laicale come condizion necessaria e principio d’incivilimento. Le seconde suggellano la signoria dispotica coll’imperio ieratico; e siccome