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né la forza valsero a prevenire una sollevazione mossa da princípi nuovi e allora deboli, egli si affidano di poterli spegnere ora che son piú diffusi e che il popolo è conscio di ciò che può, avendo messo a terra una signoria che invitta si riputava. Ecco che i moltiplici spedienti messi in opera da due anni con assidua perseveranza non ebbero altro effetto che di propagare in tutta la Francia le idee e le voglie novatrici della metropoli. Cotalché se i casi passati dimostrano che le rivoluzioni civili sono difficili a impedire, la fresca esperienza, le disposizioni presenti e il raziocinio insegnano che le economiche sono impossibili a ovviare se non rimovendo le cause che le partoriscono. E in vero le prime, mirando all’acquisto di certi beni piú intellettivi e morali che sensati, e talvolta piú apparenti che effettivi, si capisce come possano essere distornate e anche superate, perché la plebe, costretta di procurare indefessamente le necessitá della vita, dimentica di leggieri, passata l’effervescenza, le idee astratte e la politica, e se non vince la prova con un primo impeto può stancarsi di proseguirle. Laddove questo non ha né può aver luogo in ordine alle seconde. Il bisogno che le necessita non ha respiro né tregua: è uno sprone, uno stimolo, un pungolo incessante, tenuto vivo e presente dalle continue privazioni e dal dolore, avvalorato dal confronto della propria miseria colla felicitá degli altri, ricordato a ogni istante dal duro covile, dal fetido albergo, dal pane scarso e dalla fame, dal lavorare arrangolato, dai patimenti e dai gemiti della moglie, dei figli e degli altri cari. «Le cose che hanno in sé utilitá — dice il Machiavelli, — quando l’uomo ne è privo, non le dimentica mai, ed ogni minima necessitá te ne fa ricordare; e perché le necessitá vengono ogni giorno, tu te ne ricordi ogni giorno»1.

La riforma economica è dunque uno di quei concetti che, entrati una volta nella mente di un popolo, non ne escono prima che sieno effettuati. Si aggiusti, verbigrazia, chi può nell’animo che venticinque e piú milioni di francesi, consci del loro numero, delle forze, delle miserie, dopo di aver cacciata tutta quanta una

  1. Disc., iii, 23.